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Pralis: galeotto fu il merletto

“Probabilmente è una mia deformazione, forse una perversione, ma mi comporto con le bottiglie di vino come con gli esseri umani. La prima cosa che guardo non è un particolare come la forma, l’etichetta, il colore del vetro. Guardo se è una bottiglia maschio o una bottiglia femmina. Anche con le persone che incontriamo, se ci pensate bene, funziona così. Non guardiamo per primi né gli occhi né altre parti del corpo. Guardiamo il sesso di appartenenza. E nel caso non riuscissimo a capirlo subito – perché ogni tanto capita – rimaniamo ancorati a quel pensiero dimenticandoci di guardare occhi e tutto il resto. Mi si potrà obiettare che le bottiglie sono cose, oggetti neutri privi di cromosomi e ormoni, perfino quelle con un contenuto vivo e ricco di personalità come il vino. Sono d’accordo se per bottiglia si intende un contenitore in vetro più un pezzo di carta attaccato sopra con una comunicazione secca, come un post-it sul frigo che ci ricorda di comprare il sale grosso. Ma se per bottiglia si intende un packaging, il discorso cambia. Perché è stata pensata per trasmettere comunicazioni complesse, non solo informazioni. E’ come se lei (o lui)-bottiglia dicesse: qui dentro c’è qualcosa che ti può far provare questa o quest’altra emozione, e puoi anche usarmi per comunicare ad altri le stesse emozioni con la sicurezza che saranno colte. Se è un buon packaging capisci tutto questo con un solo colpo d’occhio e quello di Pralis Paladin lo è. Anzitutto si capisce subito che è una bottiglia femmina. Lo dice immediatamente l’etichetta ovale come un centrino a piccolo punto e con tanto di orlo a giorno tutto intorno. Poi c’è quella ghirlandina dorata, liberty-floreale come la grafica delle scritte e infine quel verdolino pastello della capsula, della sotto e della retro etichetta. Non solo è femmina, ma di una femminilità esasperata e leziosa. L’etichetta ovale ha la forma di un cammeo al collo di una dama fin de siècle o di un bouquet da sposa. Tutto questo vuole comunicare che Pralis è un vino da donna? Non credo proprio. I vini da donna non esistono. Ma esistono i vini da seduzione e questo è da seduttori professionisti, di quelli che non danno l’impressione di voler andare subito al sodo ma ci riescono presto”.

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