Corriere del Veneto blog, 12 dicembre 2014: “Winezero e la civiltà del bere”
Non ci poteva essere migliore immagine per iniziare a narrare il vino veneto. La fotografia perfetta di una terra capace di correre, innovarsi, migliorarsi ed eccellere a livello europeo. In anticipo sui tempi, sui gusti, sugli stili. L’immagine è quella di una bottiglia di vino sulla quale svetta un numero. L’impronta carbonica aziendale. Un concetto brutale e poco poetico, forse. Pensare che il vino costi in termini di anidride carbonica, immaginare che quel maestoso tessuto di vigneti e bellezza causi inquinamento è contro intuitivo. Eppure è così. Pierclaudio De Martin, vice presidente del Consorzio Vini Venezia: “Dobbiamo vincere una sfida importante: quella di una viticoltura consapevolmente e responsabilmente sostenibile, a vantaggio dell’ambiente e della nostra salute”. E proprio per questo voglio parlare oggi di WINEZERO, progetto che ha unito due colossi: il Consorzio della Doc del Prosecco e quello dei Vini Venezia che hanno studiato per due anni l’attività di tre grandi imprenditori della bottiglia: le aziende Bosco del Merlo, Le Carline e Perlage Wines. Non ci addentriamo nei dettagli del lavoro (…). A noi basta inorgoglirci di questa nuova prospettiva per la sostenibilità della filiera. Non più solo l’agricoltura green, il biologico, il kilometro zero e tutte le filosofie produttive partorite, ahimè sempre più spesso, dagli uffici marketing prima ancora che dalla consapevolezza dei reali costi ecologici di ogni operazione. Siamo di fronte ad una analisi tutto sommato meccanica e cinica, fatta con macchinari appollaiati goffamente tra la poesia dei vitigni. Stefano Zanette, Presidente del Consorzio di tutela Doc Prosecco: “Servirà dare i nostri vini un passaporto ambientale che apra sempre di più le porte d’accesso ai mercati globali”.