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Le tre età di Lucrezia

“Lucrezia è la mandorla di luglio, non ancora pienamente matura, ma piacevolmente tenera con il suo colore latteo. E’ la boscaglia dell’Appennino dove il nocciolo protende sul sentiero i suoi rami affiancati dal pruno selvatico. E’ la noce settembrina, candida e fragrante. E’ una donna con una sciarpa di seta che si protegge dal maestrale di ottobre e cammina sicura mentre gli arbusti si flettono piegati dal vento. Lucrezia è una danza a piedi nudi su un terreno d’argilla all’ombra di un bosco di castani. E’ una cucina di campagna illuminata dai primi raggi di sole che si riflettono sui vetri della finestra e li penetrano mescolando la luce all’aroma del caffè e al profumo del pane appena sfornato. Una nota tostata attraversa le tre annate come un filo sottile che lega tre cavalieri fedeli ad altrettante principesse. E’ una nota musicale, ma di brani diversi che vanno dal profumo etereo del fiore all’intensità della corteccia. Lucrezia è un sospiro che diventa respiro e poi vento. E’ un accenno che si trasforma in movimento forte. E’ un violino solitario cui si uniscono la viola e il violoncello e diventa orchestra. Sono i colori di Gauguin che si stemperano in quelli di Van Gogh, quando l’annata 1999 diventa ruscello caldo con ricerche romantiche tra colori e forme. L’annata 2001 è composta, inizialmente chiusa, come difesa dai rami bassi intrecciati della brughiera, e ha profumo di autunno. Poi, però, tra suono di rami secchi spezzati, che sembra uno scoppiettio, tra frusciare di foglie secche, si apre ai campi difesi dai pioppi e dilaga. Lucrezia 2004 è una pesca dalla polpa bianca con un nocciolo di cioccolato fondente. Addentarla, inebriarsi di dolcezza per finire con un piacevole sapore di amaro, sapore maturo, sapore che detta solo il tempo.
Abbinamenti: animelle impanate e fritte nel burro, risotto al midollo, storione in umido bianco”.

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